Il prototipo dell’Isetta fece il suo debutto nel 1952, quando la maggior parte degli italiani si spostava in bicicletta o con gli scooter e poteva soltanto sognare di possedere una macchina. Con la sua consueta lungimiranza, Renzo Rivolta progettò l’Isetta, preconizzando un bisogno futuro della società.

Infatti, si rendeva conto che, nel momento in cui quasi tutte le famiglie si sarebbero potute finalmente permettere una vettura, le strade di Milano sarebbero diventate affollate di ingombranti veicoli e parcheggiare sarebbe diventato un problema. L’Isetta era la soluzione perfetta, il sogno di qualsiasi abitante metropolitano, compatta, alta solo 132 cm, lunga 225 e larga 134.

L’Isetta, prima microvettura della storia moderna, era un vero fenomeno.

Il leggendario design dell’Isetta era stato sviluppato da Ermenegildo Preti, un ingegnere aeronautico, e si ispirava al cockpit di un elicottero. I passeggeri spingevano in avanti il volante per aprire la portiera frontale, incernierata di lato, che gli permetteva di scendere comodamente sul marciapiedi senza preoccuparsi dello spazio in altezza. Minuscola, eppure in grado di accogliere due adulti e un bambino, la microcar era equipaggiata con lo stesso motore da 236 cc della Isomoto 200.

La presenza della vettura ai saloni internazionali fece notevole scalpore e suscitò grande interesse nel pubblico per le soluzioni innovative che presentava. Entro un paio d’anni, cominciarono a farsi avanti investitori internazionali.

L’Azienda, che già copriva una grande fetta di mercato con i loro motocicli quando propose la soluzione di questo veicolo, a metà strada fra un’auto e una motocicletta, diede il progetto in franchising a una serie di ditte europee e sudamericane.

Il contratto di licenza più vantaggioso fu quello stretto con la BMW, che costruì e vendette quasi 160 mila unità, aiutando così la IsoRivolta a riprendersi dalla crisi post-bellica.

La leggendaria Isetta rimarrà sempre un simbolo del boom del dopoguerra europeo.